Nucleare, test di resistenza degli impianti dell’UE: revisione obbligatoria ogni sei anni

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centrale nucleare
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La Commissione europea ha presentato nei giorni scorsi una proposta di modifica della direttiva sulla sicurezza nucleare del 2009. Obiettivo, ridurre drasticamente i rischi, anche attraverso l’esecuzione periodica di peer reviews a livello europeo.
Dopo l’incidente nucleare di Fukushima del marzo 2011, i capi di Stato avevano infatti chiesto alla Commissione, insieme al Gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare (ENSREG), di procedere a prove di stress e di rivedere la legislazione dell’UE in materia di sicurezza nucleare.
Günther Oettinger, Commissario per l’Energia, ha dichiarato: “La decisione di produrre o no energia nucleare spetta ai singoli Stati membri.

Resta il fatto che oggi in Europa sono operativi 132 reattori nucleari. Il nostro compito alla Commissione è garantire che per ognuno di questi impianti la sicurezza sia la primissima priorità.”
Tra le misure previste dalla nuova direttiva, la revisione obbligatoria degli impianti ogni sei anni in tutta l’UE, l’esecuzione di revisioni a livello nazionale, da effettuarsi almeno ogni dieci anni, accorgimenti specifici per le centrali nucleari nuove, che saranno progettate in modo da garantire che, in caso di danno al nocciolo del reattore, non vi siano conseguenze all’esterno della centrale. Inoltre, misure di preparazione all’emergenza e di risposta in sito: in ogni centrale nucleare sarà obbligatorio creare centri di reazione alle emergenze, protetti contro la radioattività, i terremoti e le inondazioni, e rispettare orientamenti rigorosi per la gestione degli incidenti.
Oltre all’esperienza acquisita in seguito all’incidente di Fukushima e alle prove di stress effettuate, la proposta presentata è basata sul contributo di varie entità competenti: il Gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare (ENSREG), il gruppo di esperti scientifici istituito in conformità all’articolo 31 del trattato Euratom, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), l’Associazione delle autorità di regolamentazione nucleare dell’Europa occidentale (Western European Nuclear Regulators’ Association – WENRA) e le relazioni realizzate da paesi terzi come Giappone, Stati Uniti e altri. Nella proposta si tiene conto anche delle posizioni espresse dalle parti interessate, come i regolatori nazionali, l’industria e la società civile.

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