Nautica a basse emissioni, presentato motore fuoribordo a GPL

In occasione del Rally della Stampa del Cinquantenario, promosso dal Gruppo Emilia Romagna Giornalisti Sportivi, Aci Reggio e Movisport, che ha fatto tappa a Bellaria (Rimini), ai giornalisti intervenuti è stata presentata una imbarcazione con motore fuoribordo alimentata a GPL grazie ad una installazione in after market.

Al termine della seconda giornata di gare, venerdì 21 settembre, la Lamberti 6 metri è approdata al molo di Bellaria, dove i giornalisti hanno potuto provare l’imbarcazione in mare.

All’Hotel Milano si è poi svolta la presentazione sia delle caratteristiche tecniche che della normativa in vigore, in collaborazione con il Consorzio Ecogas, associazione che riunisce gli operatori dei settori del GPL e del metano per autotrazione.

L’imbarcazione è normalmente ormeggiata a Cervia, dove viene utilizzata per svolgere sessioni di prova finalizzate ad ottimizzare le performance dei kit di conversione e le trasformazioni a GPL per questa tipologia di motori, molto richiesti in Cile per imbarcazioni da pesca e per il trasporto di cose e persone.
Il kit di conversione è prodotto da Autogas Italia, azienda modenese nata nel 2000 che produce impianti a GPL e metano guidata da Valter Madreperla.

Partner dei test è Massimo Mennon di Oxi sas (rivenditore di impianti a gas e componentistica automotive di Forlì che opera in Romagna e nelle aree di Bologna e Ferrara), oltre che capitano dell’imbarcazione. Mennon ha partecipato al corso pilota di formazione per responsabili tecnici di officine di installazione GPL per la nautica tenuto a Venezia nel 2010 a cura del Consorzio Ecogas.

Il motore è un fuoribordo a benzina 4 tempi Yamaha, potenza 150 cv (147.95 hp), giunto direttamente dalla casa giapponese in Autogas Italia dove è stata effettuata l’installazione con impianto a iniezione sequenziale, con componenti simili a quelli utilizzati su vettura Euro 6.

Sul molo di Bellaria in occasione della presentazione è stato allestito anche un distributore di rifornimento di GPL nautico dimostrativo. L’allestimento è stato curato da Green Gas, società di Bologna specializzata in soluzioni per la mobilità a basso impatto – come l’installazione di distributori nautici e la trasformazione a GPL di mezzi diesel – in collaborazione con Petrolmeccanica, azienda costruttrice di distributori stradali di carburante di Ozzano Emilia, in provincia di Bologna.

Alessandro Tramontano, Presidente del Consorzio Ecogas – “Le tecnologie applicate al GPL carburante sono pronte per consentirne l’utilizzo anche nella nautica, da diporto e da lavoro. Un’opportunità ambientale in grado di abbattere le emissioni dei motori marini per far fronte ai limiti imposti dalle normative. Quello che auspichiamo, come associazione rappresentativa delle aziende industriali che producono i kit per la conversione a gas, delle officine specializzate che li installano e dei distributori di carburante, è uno sviluppo concreto paragonabile a quanto già avviene nel nostro Paese per le quattro ruote, che vanta un parco circolante a GPL di oltre due milioni e 300mila autovetture. Lo sviluppo di questa tecnologia nella nautica avrebbe infatti importanti e positive ripercussioni economiche ed occupazionali, salvaguardando nel contempo l’ambiente marino e le acque interne. Sono ancora da mettere a punto alcuni aspetti normativi  in particolare per quanto riguarda le applicazioni destinate alle imbarcazioni da lavoro e ci stiamo adoperando per risolverli.”

Normativa, a che punto siamo – Sulla Gazzetta Ufficiale n. 245 del 21 ottobre 2009, è stato pubblicato il Decreto del Ministero degli Interni del 6 ottobre 2009 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l´esercizio degli impianti di distribuzione di gas di petrolio liquefatto ad uso nautico.
Nell’aprile 2009 è stata invece pubblicata la norma UNI EN 15609 che stabilisce le specifiche tecniche per la progettazione e costruzione di imbarcazioni alimentate a GPL e per la conversione a GPL delle unità già in uso. Prodotta sotto il mandato della Commissione Europea, è stata già armonizzata nella Direttiva 94/25 attraverso la Comunicazione della stessa Commissione del 4 marzo 2009 (OJ C 51, 4.3.2009, p. 12).
Il prossimo passo vedrà coinvolto il Consorzio Ecogas e un ente di certificazione nella progettazione ed organizzazione di una sperimentazione per l’utilizzo del GPL nella navigazione commerciale con particolare riferimento alle imbarcazioni da pesca. L’obiettivo principale sarà quello di consolidare i risultati relativi alla fattibilità tecnica, con particolare attenzione al contesto della sicurezza a bordo dell’imbarcazione, così da fornire un contributo valido per adeguare il vigente regolamento nazionale al fine di consentire anche nelle imbarcazioni da lavoro l’utilizzo di questo tipo di combustibili.

Intervista a Valter Madreperla, Autogas Italia

L’obiettivo dei test/sviluppo?
Evolvere la tecnologia per una massima ottimizzazione dei benefici economici e ambientali, sulla tipologia di motori maggiormente diffusi in tutti i continenti. In alcuni Paesi ( il Sud America fa scuola) le trasformazioni di motori fuori bordo sono in continuo incremento e ci auguriamo che questo tipo di applicazione possa avere un futuro anche in Italia, dove potrebbe contribuire in modo significativo alla riduzione dell’inquinamento delle acque sia in mare che nei laghi dei quali il nostro Paese è ricco – Garda, Maggiore, Iseo, Orta – che hanno un ricambio d’acqua molto ridotto.

Quella del Sud America è l’unica situazione che avete affrontato in tema di nautica a gas?
Portiamo avanti anche altre esperienze. Oltre all’impegno in diversi Paesi del Sudamerica come Cile, Perù e Colombia, stiamo avviando una collaborazione con un costruttore di imbarcazioni sul Garda che utilizzerà i mezzi per il noleggio. In questo caso non si tratta di trasformazioni in after market, ma bensì della fornitura di kit su progetto omologato dal costruttore. Inoltre, abbiamo realizzato la trasformazione Dual Fuel Diesel/GPL di un’imbarcazione di un’azienda di Venezia che ha in appalto i trasporti in laguna. In alcuni paesi asiatici poi si trasformano i piccoli motori che muovono le lance veloci sulle acque interne.

Quali differenze tra la conversione di un autoveicolo e quella di un’imbarcazione?
I componenti sono simili, ma è necessario adottare alcuni accorgimenti in quanto l’acqua marina corrode le parti metalliche: alcuni componenti dell’impianto a gas sono chiusi in contenitori per creare un sistema a tenuta ermetica e permettere l’arieggiamento dei comparti in caso di eventuali esalazioni di gas.
Una delle differenze da tenere in maggior conto è quella relativa alla temperatura dell’acqua: è prelevata dal mare (o dal lago) quindi la temperatura all’interno del motore è sempre molto bassa rispetto a quanto avviene in un’automobile (anche per la presenza di una valvola termostatica tarata a 50/70 °C) e di conseguenza bisogna adottare strategie per fare in modo che la temperatura di evaporazione del gas risulti ottimale, diversamente rischiamo di inviare al motore gas con densità non ottimale che potrebbe di provocare problemi di funzionamento.

Il problema del rifornimento?
La normativa prevede anche la possibilità di utilizzare bombole asportabili. Molto interessante la soluzione adottata in Cile: hanno realizzato piattaforme galleggianti dove vengono stoccate le bombole. Gli utenti, muniti di chiave o di tessera, prelevano le piene depositando le vuote. Una applicazione interessante in sperimentazione in Cile, sono le imbarcazioni monofuel, solo a GPL, utilizzate soprattutto per l’acquacoltura, dove è importante non inquinare.

GPL e metano, quale futuro?
Il prodotto italiano continua ad essere molto apprezzato e molti Paesi preferiscono il Made in Italy. Circa il 90% del fatturato di Autogas Italia è dato dalle esportazioni. L’Italia dovrebbe tenere in maggior conto il contributo economico del settore gas autotrazione nell’after market, in quanto un maggiore impulso al settore delle trasformazioni – anche con Diesel Dual Fuel, scooter, imbarcazioni – creerebbe fatturato e posti di lavoro a beneficio di una filiera tutta italiana e locale, mentre invece sempre più spesso i veicoli nuovi (OEM), anche di marchi nazionali, vengono allestiti all’estero.

 

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