Si chiama Biga la prima birra Italian Grape Ale totalmente biologica – Greentoday.it
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Si chiama Biga la prima birra Italian Grape Ale totalmente biologica

Nata dall’incontro tra la Cantina Orsogna 1964 e il Birrificio artigianale Mezzopasso, è la prima birra artigianale italiana, in stile Italian Grape Ale (Iga), completamente biologica.
Le sue caratteristiche? Ha unito il gusto della Birra Crevette Blanche Mezzopasso, speziata con coriandolo in semi, fiori di camomilla e scorze di limone e quello del mosto d’uva Malvasia d’Abruzzo, varietà aromatica dal tipico profumo di muschio e albicocca.

Gli ingredienti, iutti rigorosamente biologici, sono malto d’orzo, fiocchi di frumento, malto di frumento, luppolo tedesco SAAZ, coriandolo, fiori di camomilla, scorza di limone, mosto d’uva malvasia; mentre i lieviti scelti sono quelli destinati allo stile blanche.

Ne deriva quindi una birra immediatamente riconoscibile, dal colore opalescente, con schiuma bianca, abbastanza persistente, che racchiude una combinazione di sapori freschi e agrumati, conferiti dalle bucce di limone e dal coriandolo; la leggera nota maltata iniziale scivola in fretta verso un dissetante gusto citrico e speziato, con un finale secco e pulito, mitigato dai sentori floreali e di frutta a pasta gialla, regalati dalla Malvasia.

Un prodotto innovativo, sul quale Cantina Orsogna 1964 e il Birrificio Artigianale Mezzopasso hanno deciso di scommettere. Quella delle IGA è infatti una tipologia di birre che sta prendendo sempre più piede in Italia. Non a caso, recentemente, il BJCP (Beer Judge Certification Program) – l’organizzazione nata nel 1985 per promuovere la cultura birraria e sviluppare strumenti e metodologie per la valutazione della birra – nello stilare l’aggiornamento dello “Style Guidelines”, ha ufficialmente codificato l’Italian Grape Ale, a testimonianza di come l’Italia, pur non essendo un paese di lunga tradizione brassicola, stia gradualmente affermandosi nel settore a livello internazionale. Secondo quanto previsto dall’organizzazione “le caratteristiche aromatiche delle varie uve devono essere riconoscibili, ma non devono prevaricare gli altri aromi”.

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