L’ozono in vigna: una cura green per piante e cantine – Greentoday.it
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L’ozono in vigna: una cura green per piante e cantine

L’ozono in vigna: una cura green per piante e cantine
L’ozono in vigna: una cura green per piante e cantine

L’uso di acqua ozonizzata ed elettrolizzata in viticoltura come tecnica di supporto o alternativa all’uso di sostanze chimiche tradizionali nella difesa da patogeni, come pesticidi e antiparassitari, e nella santificazione delle cantine, viene incontro al tema della sostenibilità ambientale. Tra gli obiettivi infatti, vi è quello di ridurre i trattamenti chimici, i residui sulle uve il tutto a vantaggio dell’ambiente, di chi vi abita e lavora. In quest’ottica e grazie al progetto “Residuo 0” finanziato nel Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto “2007 – 2013”, si è svolta la sperimentazione i cui recenti risultati sono stati presentati all’interno di

Vinitaly 2015. “La sperimentazione dedicata all’uso dell’ozono – comunica Agrinews – coinvolge differenti tipologie di aziende con lo scopo di verificare differenti condizioni produttive, tecniche ed ambientali, così facilitando l’applicabilità e la diffusione dell’innovazione nella realtà produttiva regionale e nazionale. I trattamenti sono stati realizzati in campo sia con acqua ozonizzata che con acqua elettrolizzata ed in cantina per il lavaggio delle uve. I risultati dei trattamenti post raccolta hanno evidenziato che il lavaggio delle uve, prima delle operazioni di ammostamento, permette di ridurre le sostanze inquinanti presenti sul frutto ed ottenere, quindi, un prodotto più salubre. Essendo un processo che agisce in superficie, risulta particolarmente idoneo per la rimozione di residui che si trovano nella parte esterna dell’acino. Tutti i protocolli di lavaggio utilizzati – prosegue Agrinews – sono risultati performanti nella riduzione di antiparassitari e metalli, inoltre le fermentazioni di uve lavate sono risultate molto più veloci rispetto a quelle di uve non lavate. Le fermentazioni di queste ultime si sono infatti concluse mediamente al settimo giorno anziché al decimo come nel caso del testimone (uva non lavata), infine, i prodotti ottenuti da uve lavate sono risultati più “puliti” a livello sensoriale. Per quanto riguarda i trattamenti in campo, è emerso che tutti i trattamenti effettuati hanno consentito di controllare le malattie oggetto della prova”.

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