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Agricoltura, al via la Rete del Lavoro Agricolo di qualità

Agricoltura, al via la Rete del Lavoro Agricolo di qualità
Agricoltura, al via la Rete del Lavoro Agricolo di qualità

Dal primo settembre le aziende agricole interessate potranno aderire alla “Rete del Lavoro agricolo di qualità”, l’organismo autonomo nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità e delle criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo, tramite il sito www.inps.it. 

Per la prima volta in Italia, sottolinea una nota del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, si istituisce un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro.

Con la “Rete del lavoro agricolo di qualità”, sarà possibile fare un percorso di contrasto al fenomeno dello sfruttamento e dell’illegalità nel lavoro agricolo e avviare un percorso di semplificazione e di trasparenza per le aziende. Si prevede inoltre un sistema premiante per le imprese che aderiranno alla Rete ed entreranno nel circuito. Della cabina di regia, presieduta dall’Inps, fanno parte le organizzazioni sindacali, le organizzazioni professionali agricole, insieme ai rappresentanti dei Ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro e dell’Economia e della Conferenza delle Regioni.
“Il Certificato di qualità – ha sottolineato il presidente della Cabina di regia, Fabio Vitale – non va inteso come un banale ‘bollino’ di natura burocratica, bensì come esito concreto di un percorso di innovazione culturale, che a seguito di puntuali verifiche preventive effettuate anche grazie alla preziosa collaborazione delle associazioni di categoria, andrà a comporre una ‘griglia selettiva’ atta ad individuare, valorizzare e premiare le aziende virtuose”.
Il coordinamento tra istituzioni e parti sociali sarà ulteriormente rafforzato con il completamento dell’iter parlamentare del collegato agricoltura, che prevede l’adesione alla Rete, attraverso la stipula di convenzioni, degli sportelli unici per l’immigrazione, delle istituzioni locali, dei centri per l’impiego e degli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura: per il rilancio del settore e per un rafforzamento del lavoro sul piano della legalità.
Possono fare richiesta per entrare nella Rete le imprese agricole in possesso dei seguenti requisiti:
a) non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto;
b) non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive per le violazioni di cui alla lettera a);
c) essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.
Per Coldiretti con la rete del lavoro agricolo di qualita’ si avvia un percorso che tutela i lavoratori dalla sfruttamento e premia le imprese virtuose che nell’ultimo anno hanno assunto regolarmente ben 322mila migranti senza i quali non ci sarebbe piu’ il Made in Italy a tavola che ha permesso al nostro Paese di ottenere primati in tutto il mondo.  Con la trasparenza e la legalità, fa presente l’associazione in una nota,  si può interrompere un circolo vizioso che sottopaga il lavoro e il suo prodotto come dimostrano i tanti esempi virtuosi presenti nelle campagne italiane dove lavorano regolarmente oltre 322mila immigrati extracomunitari provenienti da 169 diverse nazioni che contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire il successo del Made in Italy alimentare nel mondo. Per questo su un territorio che puo’ offrire grandi opportunità di crescita e lavoro va garantita la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che -sostiene la Coldiretti – ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune

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